mercoledì 27 novembre 2013

La vera storia di Coccia de morto (ovvero l'archetipo della storiella del lunedì #0)

Avete mai provato a perdervi di notte, in macchina, sbagliando strada due volte mentre andate a Fregene con amici a casa di amici? 
Ecco, non è difficile: prima toppate l'uscita del GRA chiacchierando con gli amici, e poi ignorate Jarvis il navigatore a favore di un cartello stradale.
Allora vi ritroverete in aperta campagna, su una strada stretta e buia che però effettivamente a Fregene ci va, quindi non è che vi siete proprio persi, in realtà avete solo allungato di un po'...ma ne è valsa la pena, perché a quel punto potrete gridare 
"Ahò, ma questa strada la conosco! E' coccia de morto!"

Che detta così è pure un po' macabra, ma ha il suo perché.

Se avete fortuna, e l'orario è quello giusto, potrete ammirare un aereo che decolla, visto che ci sono le piste dell'aereoporto lì vicino. 
Infatti, era uso ad alcuni vecchi e anche non tanto vecchi abitanti della zona di ritrovarsi lì per ammirare l'aereo al decollo.
Ora, dicunt che fino a non molto tempo fa le cose non funzionassero proprio alla perfezione, e qualche aereoplano faticasse un pochetto a tirarsi su, così ogni tanto a decollare era la testa di qualche poveretto.

Ecco, io ho il massimo rispetto e comprensione per quei poveretti che c'hanno perso la testa.
Mi fanno pure simpatia, più di quelli che in città si fermano a guardare i ponteggi o i cantieri.
Però, in fondo, non posso non pensare che, quando i geni sono non sono geni, a un certo punto è per il bene della specie.




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