lunedì 6 aprile 2015

Frohe Ostern e felice Pasquetta!

E così è volato il primo mese di vita nella terra dei crauti.
E mi son trovata così bene che ho deciso di passare la Pasqua qua, anche perché se fossi tornata dopo solo un mese, i miei si sarebbero preoccupati, visto che sono quella che quando si è trasferita il primo anno di università, è partita a settembre ed è tornata a Natale.

E' stata una Pasqua Italo-indiano-brasiliana tutta al femminile, in cui ho dato sfogo a talenti culinari che non sapevo di avere.

In realtà, in questo mese è successo di tutto, ma di tutto di più.

Della serie che mi sono trovata a cena con un mormone, ho mangiato pelle di scimmia fumando narghilè con la mia amica cinese e ho imparato a fare il chà indiano originale (darjeeling, latte, zenzero).
Io e la mia coinqui abbiamo anche già inaugurato il periodo delle feste in casa, con tanto di vera pizza fatta da noi medesime, conquistando quei mangiarane snob dei francesi.
E poi sono stata colta da una tempesta di neve in bici, perché giustamente era il primo di aprile, che è, un bello scherzo non ci stava?

In tutto questo, ho incontrato un artista messicano folle, e ho un amico tedesco che al momento mi manda foto da Israele...




ma lo spec si fa sentire, e chissà, si vede che la radice "spec" è la stessa di "speciale"...

E' tutto un vortice travolgente di emozioni, persone, lingue e eventi.
Vedremo come andrà questo aprile, con l'inizio delle lezioni.

Intanto mi godo un meritato riposo questo lunedì dell'Angelo.

domenica 8 marzo 2015

Marzo: tempo di cambiare

Nuntio vobis magno gaudio che da ben una settimana sono ufficialmente una studentessa Erasmus.
Sto bene, mi sto ambientando e sto cercando di farmi comprendere nel mio tedesco elementare. In compenso gli americani che sono qui mi fanno i complimenti per il mio inglese, e questo mi fa pensare che la connessione mentale con Platypus negli States sia ancora molto attiva.
7000 km e passa non basteranno a farci uscire l'una dalla testa dell'altra.
Ora vorrei connettermi mentalmente anche col cervello del mio altro beloved Coinqui, lo Gnocco, che parla un ottimo tedesco e un po' di parole in più mi farebbero comodo.

Insomma, che questo nuovo viaggio cominci.

A presto aggiornamenti. 

Buona festa della donna (con un post tra parentesi che non c'entra niente ma dovevo fare per amor di cronaca)

Aperta parentesi

Si scrive Febbraio si legge Sessione d'esami.

Giorni d'ansia, di studio, di lacrime e rotolamenti, giorni di docce mancate, code di cavallo, cesto della biancheria straripante, occhiaie, caffè.
Notti che non portano ristoro ma solo altro studio, sempre troppo poco.

Il tutto per affrontare quei 20 minuti d'interrogazione media, in cui sarai giudicato non tanto per quello che sai, quanto per quello che pretendi di sapere.
Anche in questo caso, come in molti altri casi, l'onestà paga poco e saper fingere è sempre una grande dote.
Io di solito sono quella che si siede e dimentica pure il suo nome, per cui mi servono 5 minuti solo per sbloccarmi. Sono un diesel insomma. Che è pur sempre meglio dell'essere un motorino ingolfato.

Ma.

Febbraio è anche il mese dei recuperi, e io dovevo recuperare un tirocinio.

Quindi le mie ansie le mie paure e tutto il tabù degli esami, della vita, dell'universo e tutto il resto sono stati diluiti se non annullato del tutto dalla gioie della vita di reparto.
E' inutile, non importa in quale reparto, non m'importa se la gente non mi caca perché nella gerarchia ospedaliera conto meno dei broccoli della mensa dell'ospedale, a me frequentare i reparti piace.
Sto proprio bene. Tutto il resto conta zero.
Se aggiungiamo che una volta tanto erano pure super simpatici è chiaro che non me ne voglia andare più.

Anche se l'ultimo giorno ha i suoi vantaggi. Tipo lasciare la libertà allo specializzando carino di salutarti con un:
- Perché non usciamo una di queste sere?

Il resto è storia. Una storia di uscite, risate, cene, nocino e disagio post-adolescenziale.
Perché è bello sentirsi scema come una tredicenne, anche con 10 anni di più.


Chiusa parentesi.





martedì 27 gennaio 2015

Di ritorni, assenze, partenze e costanti ricerche

Lo so, sono una brutta persona perché avevo detto che avrei cominciato a postare e invece è passato più di un mese e io neanche ho fatto gli auguri di buon anno nuovo.
Sappiate che vi ho pensato, anche se non sono passata a salutare, e se sono passata l'ho fatto con molta discrezione.
Ho avuto il mio momento di crisi con il blog: pagina bianca, vuoto totale.
Ma adesso è finito perché mi sono rotta di dire "No, suvvia, non posso, che faccio, che dico, che scrivo, che io c'ho i miei problemi e poi intanto Charlie Hebdo e poi Magalli Presidente della Repubblica e poi Zerocalcare che è stato a Kobane e le elezioni greche e poi devo studiare e ho gli esami tra una settimana...". Non che non abbia gli esami tra una settimana, ma 'sticazzi. Tanto scrivo e mi rilasso. OH.

Il 2014 è stato un anno straordinario, davvero difficile da eguagliare. E quindi vista la difficoltà di emulazione quasi mi sembra giusto che questo inizio 2015 sia improntato allo stravolgimento più totale.
Anzitutto, mi tocca recuperare in reparto le ore di lezione perse a ottobre con il Brasile. Che mi avevano rassicurato più volte che fossero giustificate, visto che è una borsa dell'Università. Invece no. Avrei dovuto falsificare le firme mentre ero a 7500 km di distanza. E pazienza, scema io che pensavo di andare avanti a furia di onestà, nel paese che sembra una scarpa. Ma non volevo parlare di questo.
Poi, mi sono lasciata con il MioUomo, dopo 4 anni e mezzo d'amore. L'ho lasciato io, per una volta in maniera matura, per una volta senza troppi drammi. Perché per me non c'era più amore ma solo affetto. Perché sapevo che se non l'avessi lasciato adesso avrei fatto danni a me e a lui, e lui questo non se lo merita proprio.
Lui che è riuscito a riderci su e a dirmi Grazie come prima cosa, dopo che gli ho detto che per me le cose non andavano più e che insomma...tanto affetto tanto calore ma una relazione non si fa con l'amore di uno. 
Ma non volevo parlare neppure di questo.

Stanotte la mia amica mi ha postato questo sui social, e voleva un'opinione. In breve, una professoressa canadese ripesca un simpatico esperimento del '97 -in cui si voleva verificare la possibilità di far innamorare due sconosciuti in 45' dopo una conversazione di 36 domande e 4' di contatto visivo finale, in silenzio- e lo sperimenta su sé stessa e su un vecchio amico. 
*SPOILER*: l'esperimento funziona e i due si sposano. 
E l'happy ending è servito.
Ora, di tutte le coppie che parteciparono all'esperimento originale -mi sembra fossero 18-, solo 1 effettivamente si innamorò e si sposò; però tutte dichiararono come, alla fine dell'esperimento, sentissero che si fosse creato un legame profondo con l'altro, e non lo ritenessero più uno sconosciuto. 
Ovviamente, le 37 domande sono studiate appositamente per questo: le prime servono a creare una comfort zone in cui ci si mette a proprio agio, dopodiché sono fatte apposta per scendere assieme in una dimensione di vicinanza emotiva.
Da un lato, è interessante notare come affetto e fiducia vengono ricreati "in laboratorio"; dall'altro, è sollevante per me poter finalmente respirare e dire "allora non sono scema quando parlo la prima volta con qualcuno e ho come l'impressione di conoscerlo da molto più tempo".
Ok, bene. 
La mia amica vuole testarlo sui prossimi ragazzi con cui uscirà, perché ultimamente le sembra di incontrare persone che proprio non vanno, per non dire personaggi davvero disturbati (e disturbanti).
Quindi le ho chiesto cosa cerca. Be', quello che cercano tutte - un uomo che non sia coglione.
Mmm no, you're doin' it wrong. Questo test non discrimina coglioni/non coglioni. Al massimo, ti aiuta a legarti sentimentalmente (a qualunque livello) all'ennesimo coglione.

Midori sta per partire per le Americhe: questa volta è il suo turno. E sono così fiera di lei. 

Per quanto mi riguarda, stringo i denti e vado avanti, perché febbraio è alle porte.
E tengo saudades.