martedì 27 gennaio 2015

Di ritorni, assenze, partenze e costanti ricerche

Lo so, sono una brutta persona perché avevo detto che avrei cominciato a postare e invece è passato più di un mese e io neanche ho fatto gli auguri di buon anno nuovo.
Sappiate che vi ho pensato, anche se non sono passata a salutare, e se sono passata l'ho fatto con molta discrezione.
Ho avuto il mio momento di crisi con il blog: pagina bianca, vuoto totale.
Ma adesso è finito perché mi sono rotta di dire "No, suvvia, non posso, che faccio, che dico, che scrivo, che io c'ho i miei problemi e poi intanto Charlie Hebdo e poi Magalli Presidente della Repubblica e poi Zerocalcare che è stato a Kobane e le elezioni greche e poi devo studiare e ho gli esami tra una settimana...". Non che non abbia gli esami tra una settimana, ma 'sticazzi. Tanto scrivo e mi rilasso. OH.

Il 2014 è stato un anno straordinario, davvero difficile da eguagliare. E quindi vista la difficoltà di emulazione quasi mi sembra giusto che questo inizio 2015 sia improntato allo stravolgimento più totale.
Anzitutto, mi tocca recuperare in reparto le ore di lezione perse a ottobre con il Brasile. Che mi avevano rassicurato più volte che fossero giustificate, visto che è una borsa dell'Università. Invece no. Avrei dovuto falsificare le firme mentre ero a 7500 km di distanza. E pazienza, scema io che pensavo di andare avanti a furia di onestà, nel paese che sembra una scarpa. Ma non volevo parlare di questo.
Poi, mi sono lasciata con il MioUomo, dopo 4 anni e mezzo d'amore. L'ho lasciato io, per una volta in maniera matura, per una volta senza troppi drammi. Perché per me non c'era più amore ma solo affetto. Perché sapevo che se non l'avessi lasciato adesso avrei fatto danni a me e a lui, e lui questo non se lo merita proprio.
Lui che è riuscito a riderci su e a dirmi Grazie come prima cosa, dopo che gli ho detto che per me le cose non andavano più e che insomma...tanto affetto tanto calore ma una relazione non si fa con l'amore di uno. 
Ma non volevo parlare neppure di questo.

Stanotte la mia amica mi ha postato questo sui social, e voleva un'opinione. In breve, una professoressa canadese ripesca un simpatico esperimento del '97 -in cui si voleva verificare la possibilità di far innamorare due sconosciuti in 45' dopo una conversazione di 36 domande e 4' di contatto visivo finale, in silenzio- e lo sperimenta su sé stessa e su un vecchio amico. 
*SPOILER*: l'esperimento funziona e i due si sposano. 
E l'happy ending è servito.
Ora, di tutte le coppie che parteciparono all'esperimento originale -mi sembra fossero 18-, solo 1 effettivamente si innamorò e si sposò; però tutte dichiararono come, alla fine dell'esperimento, sentissero che si fosse creato un legame profondo con l'altro, e non lo ritenessero più uno sconosciuto. 
Ovviamente, le 37 domande sono studiate appositamente per questo: le prime servono a creare una comfort zone in cui ci si mette a proprio agio, dopodiché sono fatte apposta per scendere assieme in una dimensione di vicinanza emotiva.
Da un lato, è interessante notare come affetto e fiducia vengono ricreati "in laboratorio"; dall'altro, è sollevante per me poter finalmente respirare e dire "allora non sono scema quando parlo la prima volta con qualcuno e ho come l'impressione di conoscerlo da molto più tempo".
Ok, bene. 
La mia amica vuole testarlo sui prossimi ragazzi con cui uscirà, perché ultimamente le sembra di incontrare persone che proprio non vanno, per non dire personaggi davvero disturbati (e disturbanti).
Quindi le ho chiesto cosa cerca. Be', quello che cercano tutte - un uomo che non sia coglione.
Mmm no, you're doin' it wrong. Questo test non discrimina coglioni/non coglioni. Al massimo, ti aiuta a legarti sentimentalmente (a qualunque livello) all'ennesimo coglione.

Midori sta per partire per le Americhe: questa volta è il suo turno. E sono così fiera di lei. 

Per quanto mi riguarda, stringo i denti e vado avanti, perché febbraio è alle porte.
E tengo saudades.